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GlobemoNews – Anno 2 N. 4

Indice

PaginaTitolo
2Punto di vista – di Paola Ragni
2Un Associazione per donare
3“I falsi Profeti” – Editoriale a cura della dott.ssa Marie France Boccalatte
4Eventi
6Senti chi parla – a cura del dott. Aldo Misuraca
7psy! – a cura della dott.ssa Annamaria Pinto
8La pagina dei genitori
9… passaggio in Tanzania – a cura della dott.ssa Annamaria Pinto
10Senti chi parla (Approfondimenti) – a cura del dott. Aldo Misuraca
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Incontro con Mazzarri

Sabato 26 Maggio 2012 dalle ore 10,00
Per tutti i tifosi, grandi e piccini.
Nella cornice di Castel dell?Ovo ci sar? un convegno sullo sport. L?associazione Carmine Gallo Onlus sar? presente con un suo stand dalle 9 alle 13.
Grazie all?intervento del dott. De Dilectis dell?ACLI, anche loro presenti alla manifestazione, abbiamo la possibilit? e la disponibilit? di incontrare il mister Mazzarri del Napoli, che ci dedicher? un po? di tempo. Siete tutti invitati quindi a partecipare numerosi a partire dalle 10,00 di sabato 26 maggio a Castel dell?Ovo.

Evento per camere a pressione positiva

Mercoledi 23 Maggio 2012 alle ore 21,00
Presso Antica Pizzeria “Ciro” ad Aversa in Via Aldo Moro, 23 si terr? un evento a favore del progetto “Camere a pressione positiva per il reparto di ematologia” dell’Ospedale Pausilipon.
Siete tutti invitati.
Il costo del biglietto d’invito ? di 30,00?

Serata di beneficenza al Multisala Modernissimo

Gioved? 24 maggio ore 18
Serata di beneficenza al Multicinema Modernissimo di Napoli
NON FATE MANCARE IL VOSTRO APPORTO, FATE CHE LA SERATA SIA UN SUCCESSO…

? dopo l’iniziativa di natale dei ragazzi della IID del Liceo Genovesi che, portando un dono ai bambini ricoverati presso l’ospedale Pausilipon, hanno potuto osservare da vicino la realt? di chi ? meno fortunato, che nasce l’idea di dare vita ad una serata di beneficenza per poter raccogliere fondi da devolvere a questa struttura ospedaliera.
Oltre al cinema Modernissimo, che ospiter? l’evento, numerosi personaggi della scena teatrale, televisiva e musicale partenopea hanno deciso di dare il loro sostegno a questa serata di spettacolo e musica dedicata ai bambini ricoverati.

Tra i tanti ospiti, interverranno:

  • Lucio Allocca [Attore teatrale e televisivo in “La Squadra” e “Un Posto Al Sole”]
  • Chiara Baffi [Attrice teatrale e televisiva in “La Squadra”]
  • Sergio Di Paola [Attore teatrale]

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Suoneranno durante la serata:

  • Revock Roots Band
  • Overseas
  • Davide & il Complesso
  • Port Ligat

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Si esibiranno due giovani ballerini del corpo di ballo dell’ Accademia Di Danza Flegrea di Enzo Correale

L?ingresso, che potrete acquistare dai ragazzi di II D o dagli amministratori dell’evento, ? di 3 euro per gli studenti e 5 per gli adulti.

? possibile acquistare il biglietto anche direttamente al cinema modernissimo la serata dell?evento.

TUTTO IL RICAVATO SARA’ DEVOLUTO IN BENEFICENZA ALL’OSPEDALE PAUSILIPON!

Per contatti:
ragnipao@tiscali.it
candida.merone94@libero.it

Sportello ACLI in ospedale

L?associazione Carmine Gallo Onlus mette a disposizione, prioritariamente per le famiglie, e successivamente anche per i dipendenti della struttura, un incaricato del patronato ACLI, che sar? a disposizione di tutti, il mercoled? mattina, nella stanza associazione al 2? piano, dalle 9:00 alle 12:00, disponibile per consigli, compilazione del 730, visite invalidit?, problematiche sulla 104. In tal senso preghiamo i medici di fare da tramite anche con le famiglie mettendole al corrente di questa opportunit? gi? dai primi giorni di ricovero.

Si prega ovviamente di dare la priorit? alle famiglie.

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La donazione del midollo osseo

Il TMO (Trapiando di Midollo Osseo) in Campania ? carente anche per mancanza di donatori. Alcune gravi malattie del sangue come la leucemia possono trovare possibilit? di guarigione nel trapianto di midollo osseo; salva una vita, DIVENTA DONATORE DI MIDOLLO! Per far ci? ? sufficiente sottoporsi ad un semplice prelievo di sangue per la tipizzazione HLA che serve per selezionare i midolli compatibili e firmare l’adesione al registro Donatori di Midollo Osseo.

Il midollo osseo utilizzato per il trapianto si presenta alla vista come sangue e viene solitamente prelevato dalle ossa del bacino (creste iliache). L’espianto del midollo avverr?, solo quando un paziente “compatibile” ne avr? bisogno, attraverso una serie di semplici prelievi dalle ossa in anestesia locale o generale, il donatore viene quindi tenuto sotto controllo per 12 ore prima di essere mandato a casa. In pi? di 100.000 prelievi gi? effettuati in tutto il mondo nulla ? mai accaduto al donatore: solo un lieve indolenzimento nella zona del prelievo, destinato a sparire in poche ore; il midollo prelevato si ricostituisce in una settimana circa. Qualunque individuo d’et? compresa tra i 18 e i 45 anni pu? essere un donatore di midollo osseo. Il tuo compito ? quello di fare immediatamente il prelievo di sangue presso uno dei tre centri accreditati della regione Campania:

  • Azienda Policlinico Universit? Federico II – Servizio di Immunoematologia dr.ssa Raimondi o dr.ssa Cosentino tel. 081 7462531
  • Azienda Ospedaliera A. Cardarelli – Servizio di Immunoematologia dr.ssa Fusco o dr. Pace tel. 081 7472492
  • Azienda Policlinico II Universit? di Napoli – Servizio di Immunoematologia dr. Minacci o dr. Resse tel. 081 5665065

Contemporaneamente dovresti fare un’opera di sensibilizzazione fra i tuoi conoscenti per la ricerca d’altri donatori.
Fidiamo nella tua sensibilit? e nel tuo aiuto.

La donazione del sangue del cordone ombelicale

Da sempre essere legati ad “un cordone ombelicale” ha il significato (un po’ freudiano) di avere un forte legame, quasi di dipendenza da qualcuno o da qualcosa. Ebbene mai espressione pi? calzante; da quasi otto anni il mio lavoro al Pausilipon ? legato …ad un cordone.
Questa attivit?, infatti, consiste nel raccogliere, trattare (manipolare), definire le caratteristiche (caratterizzare) e conservare (stoccare) le cellule contenute nel sangue di cordone ombelicale, che sono prevalentemente cellule staminali emopoietiche, cellule cio? capaci di generare se stesse (autorinnovarsi) e contemporaneamente produrre (differenziarsi) le cellule del sangue: globuli rossi, globuli bianche e piastrine.
Dott.ssa Anna Canazio

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PER INFORMAZIONI:
Ba.S.C.O. Regione Campania
Ospedale Pausilipon
Via Posillipo, 226 – 80123 – Napoli
Tel: 081.2205511/5581
Fax: 081.2205495
www.santobonopausilipon.it
E-mail: bascocampania@libero.it

LE CELLULE STAMINALI EMOPOIETICHE

Normalmente la sede di produzione delle cellule staminali emopoietiche ? il midollo osseo, una sostanza dall’aspetto di gelatina che si trova negli spazi trabecolari delle ossa spongiose, soprattutto cio? ossa piatte ed estremit? delle ossa lunghe. Anche le cellule del sangue di cordone, come le cellule del midollo osseo, contengono cellule staminali e possono essere utilizzate per sostituire le cellule staminali emopoietiche malate in quei pazienti affetti da alcune forme di leucemia, da aplasia, da immunodeficienza congenita (anomalia della risposta del sistema immunitario), da malattie genetiche come la Anemia Mediterranea o l’Anemia di Panconi, da Istiocitosi, etc. pertanto possono essere utilizzate per praticare il Trapianto di Midollo Osseo, quando le terapie farmacologiche non sono efficaci o non garantiscono la guarigione.

IL TRAPIANTO DI MIDOLLO TRADIZIONALE

La realizzazione del trapianto con metodo tradizionale prevede il prelievo delle cellule dalla matrice ossea di un donatore compatibile, da un soggetto cio? le cui cellule hanno le stesse caratteristiche del paziente che le deve ricevere (antigeni del sistema HLA); in relazione al grado di parentela esistente tra donatore e ricevente si distinguono tre tipi di trapianto:

  • TMO allogenico related se il donatore ? un familiare, generalmente fratello del paziente;
  • TMO allogenico unrelated se il donatore ? un volontario iscritto nei registri intemazionali di donatori e non ha alcun grado di parentela con il paziente;
  • Auto-trapianto se il paziente dona per se stesso, quando la malattia ? in remissione, perch? non ha un donatore.

Attingendo a questi “depositi” ? possibile trapiantare solo una parte dei pazienti che hanno necessit? di un trapianto e precisamente:

  • 32% circa dei pazienti con il midollo di un fratello compatibile;
  • 30% circa dei pazienti con il midollo di un donatore volontario da registro;
  • 38% rimanente non ha un donatore e non pu? usufruire del trapianto.

LE “NUOVE RISERVE” DI CELLULE STAMINALI EMOPOIETICHE

Per questo motivo sono state ricercate nuove fonti di cellule staminali ed il sangue di cordone ombelicale (SCO) ha risposto perfettamente allo scopo. Il sangue di cordone pu? essere prelevato:

  1. immediatamente dopo il parto per la nascita di un fratellino del paziente (cordone dedicato);
  2. immediatamente dopo il parto di una donatrice volontaria (cordone di banca).

Nel 1989 la dottoressa Eliane Gluckmann ha eseguito il primo TMO con cellule staminali da sangue di cordone del fratellino di un paziente affetto da Anemia di Panconi, una malattia ereditaria caratterizzata da grave alterazione delle cellule staminali, che nella maggioranza dei casi ha una cattiva prognosi. Il successo di questa prima esperienza ha incoraggiato la nascita delle Banche di Sangue di Cordone Ombelicale, laboratori specializzati nella manipolazione e conservazione delle cellule staminali da sangue di cordone, prezioso dono di tutte le mamme che autorizzano il prelievo del sangue durante il proprio parto.

LA BANCA DI SANGUE DI CORDONE OMBELICALE DELLA REGIONE CAMPANIA

Nel Dipartimento di Oncologia della Azienda Santobono-Pausilipon ? attiva la Banca di Sangue di Cordone Ombelicale (Ba.S.C.O.) della Regione Campania.

COME E DOVE SI DONA

Tutte le donne possono donare il sangue di cordone durante il proprio parto purch? in buona salute (i requisiti sono simili a quelli di una donazione di sangue). ? necessario inoltre effettuare preventivamente un colloquio con il ginecologo curante, che provvede a dare spiegazioni, a raccogliere le notizie di salute (anamnesi), a far sottoscrivere un consenso; ? richiesta la disponibilit? a sottoporsi ad un normale prelievo di sangue al momento del parto e a distanza di sei mesi dal parto.

La donazione non comporta alcun rischio per il neonato, perch? si esegue dopo il taglio del cordone, ne per la mamma, in quanto il sangue ? raccolto sulla placenta che si deve espellere; inoltre ? assolutamente gratuita e niente ? dovuto ne alla Banca ne al ginecologo-ostetrico.

? possibile donare in una delle strutture abilitate alla raccolta, cio? in un Centro Raccolta Sangue Cordone Ombelicale (C.Ra.S.C.O.). Attualmente fanno parte della rete regionale campana le U.O.C, di Ostetricia e Ginecologia degli Ospedali elencati:

NAPOLI

  • Ospedale Fatebenefratelli
  • Ospedale Incurabili SUN
  • Ospedale Santa Maria della Piet? Nola
  • Ospedale Rizzoli Ischia
  • Ospedale San Giovanni Bosco
  • Ospedale Pozzuoli
  • Ospedale San Paolo
  • Ospedale San Gennaro*
  • Ospedale Loreto Mare*
  • Ospedale Boscotrecase*
  • Ospedale Castellammare*
  • Ospedale Capri*
  • Villa Cinzia
  • Clinica Villa Bianca
  • Villa Betania
  • Clinica Ruesch
  • Clinica Mediterranea
  • Clinica Internazionale

SALERNO

  • Ospedale Battipaglia
  • Ospedale Nocera Inferiore
  • Ospedale Sarno
  • Ospedale Curteri
  • Ospedale Vallo
  • Ospedale Polla
  • Ospedale Sapri
  • Ospedale Eboli

BENEVENTO

  • Ospedale Fatebenefratelli

CASERTA

  • Ospedale Maddaloni
  • Ospedale San Sebastiano
  • Clinica San Michele

AVELLINO

  • Ospedale Moscati
  • Ospedale Solofra*
  • Ospedale Ariano Irpino*

* C.Ra.S.C.O. IN FASE DI ATTIVAZIONE – Si consiglia di contattare la BaSCO

VANTAGGI ALL’USO DI SANGUE DI CORDONE

Rispetto al metodo classico il sangue di cordone comporta numerosi vantaggi:

  • Gran disponibilit? di campionatura, particolarmente in regioni ad elevata natalit?, come ? la Campania
  • Assenza totale di rischio per il donatore sia madre che figlio, essendo la raccolta effettuata a parto espletato su materiale considerato normalmente di scarto
  • Assenza di costi aggiuntivi di degenza od operatori
  • Pronta e certa disponibilit? del campione, laddove idoneo
  • Maggiore clonogenicit? e minore reattivit? immunologica (diminuzione della GVHD)
  • Minore rischio di trasmissione di malattie (citomegalovirus)

I DATI RIASSUNTIVI SUI TMO DA SANGUE DI CORDONE

II fabbisogno di trapianti/anno nella regione Campania ? di circa 230 TMO dei quali il 25% (57 circa) in soggetti pediatrici, cui aggiungere 10-15 casi/anno di TMO in patologie non neoplastiche per un totale di circa 70 trapianti/anno.

A tutt’oggi sono stati effettuati circa 2500 trapianti nel mondo con sangue di cordone, pertanto la tecnica ed i risultati sono ormai noti: il TMO con sangue di cordone porta a risultati sovrapponibili al TMO da midollo, anche se attraverso percorsi che si differenziano in alcuni aspetti; per esempio una pi? lunga degenza in camera sterile (attecchimento ritardato), ma anche un minore grado di reazione da trapianto (GVHD).

L’esperienza di una mamma

II momento della gravidanza ? per la donna certamente uno dei pi? belli e significativi di tutta la vita. Durante nove mesi un’altra vita cresce dentro di noi… le trasformazioni del piccolo feto provocano cambiamenti anche nella mamma, che oltre al pancione che cresce, impara a capire perfino l’umore e lo stato d’animo del bambino che si agita dentro di lei. Attraverso il cordone ombelicale che la unisce al figlio, inoltre, una mamma non gli trasmette solo gli elementi per la crescita, ma anche sentimenti, emozioni, pensieri. Ecco perch? la vita attraversa il cordone in tutti i suoi aspetti. Il sangue del cordone ombelicale ? ricco di cellule staminali che potranno contribuire, una volta raccolte, a salvare altre vite. Molte donne decidono perci? di donare il sangue del cordone al momento del parto. Ecco l’esperienza di una mamma che l’ha desiderato fortemente e ci racconta come ? andata…

Care mamme,
mi chiamo Laura e sono la mamma di tre meravigliosi bambini: Maria di 9 anni, Francesca di 6 e Umberto, che ora ha 5 mesi. Francesca ? stata curata al Pausilipon per una leucemia linfoide acuta. Quando, dopo l’esperienza di Francesca, abbiamo saputo di aspettare un bambino, io e mio marito abbiamo subito pensato alla possibilit? di donare il cordone ombelicale e alle cellule staminali da recuperare e conservare come atto d’amore dovuto non solo a Francesca, ma alla vita. Ho contattato la dott.ssa Canazio, responsabile dell’Adisco, che mi ha indicato come punti di riferimento l’Ospedale Fatebenefratelli e in particolare il dott. lacobelli. Ma l’incontro con questo medico, pur tanto atteso, non si mai ? realizzato e quindi ho seguito regolarmente le indicazioni del mio ginecologo di fiducia, che mi ha indicato un altro dottore dell’equipe del Fatebenefratelli, il quale mi ha aiutato a vivere l’evento con serenit?. Dovendo sottopormi al terzo cesareo, il ricovero in ospedale ? stato pianificato in anticipo, ma nonostante tutto continuavo a chiedermi se fossi riuscita nell’impresa. In sala operatoria mi praticano l’epidurale e dopo circa 10 minuti nasce il mio bambino. Nel frattempo un altro dottore si avvicina con una sacca (tipo quella per le trasfusioni) e mi spiega che tirer? tutto il liquido dal cordone ombelicale fino a riempire quella sacca. Infatti in meno di cinque minuti la sacca ? colma e me la mostra compiaciuto…..era lui il dott. lacobelli, che con un volto rassicurante mi aveva spiegato tutto il procedimento. Cos? in poco pi? di mezz’ora ero di nuovo mamma e contemporaneamente avevo donato le cellule del cordone ombelicale che mi legava a mio figlio: tutto si era svolto senza traumi ne per me ne per il bambino, in modo semplice e sereno. Bisognerebbe facilitare il primo incontro delle future mamme con i medici specializzati per il prelievo del sangue del cordone ombelicale, in modo che tutte quelle che vogliono donarlo possano vivere questa scelta nella maniera pi? serena e ricevendo le giuste informazioni. Potrebbe essere utile inoltre promuovere la formazione di altri medici in altri ospedali, perch? per una donna non ? facile cambiare il proprio medico proprio nel delicato momento in cui sta per diventare mamma. E’ necessario far comprendere che donare il sangue del cordone ombelicale non comporta nessuna difficolt?, ? solo un atto d’amore che pu? salvare i nostri bambini.
Laura, mamma di Francesco

La valutazione dello stato di salute del bambino oncologico

Articolo tratto dal GlobemoNews anno 4 n.10
redatto dalle Dott.sse Rosanna Parasole e Argia Mangione

La Terapia di supporto alla chemioterapia anti neoplastica

Articolo tratto dal GlobemoNews anno 3 n.8
redatto dalla Dott. Vincenzo Poggi

Uno dei presidi fondamentali della cura delle neoplasie, insieme alla chirurgia ed alla radioterapia, ? la chemioterapia (chemio). Essa consiste nel somministrare farmaci ad attivit? antineoplastica a dosi efficaci e secondo precisi schemi, detti protocolli. La chemio ha effetto prevalente sulla neoplasia ma, purtroppo, ha effetto secondario anche sui tessuti sani, su tutti, anche se maggiormente su alcuni quali:

  1. il midollo (causa aplasie con anemia per diminuzione dei Globuli Rossi (GR), con tendenza alle emorragie per diminuzione delle piastrine e con tendenza alle infezioni per diminuzione dei globuli bianche in particolare dei neutrofili);
  2. l’intestino (causa mucositi, nausea, vomito, diarrea, difficolt? ad alimentarsi e, dunque, malnutrizione. Alcuni farmaci, in particolare il cortisone, possono causare un eccessivo aumento dell’appetito);
  3. il cuoio capelluto (causa la perdita momentanea dei capelli);
  4. il sistema coagulativo (pu? causare emorragie o trombosi);
  5. il sistema urinario (pu? causare problemi renali come squilibri elettrolitici, cistite con ematuria, difficolt? alla minzione, ipo-o-ipertensione).

Non sarebbe possibile somministrare una chemioterapia a dosi efficaci se non fosse posta in essere una terapia in grado di contrastare – naturalmente entro certi limiti- gli effetti negativi della chemio; cio? la terapia di supporto.

Nella foto la Dott.ssa De Fusco, con la capo sala del reparto ed una infermiera mentre preparono le terapie di supporto.

Per quanto detto ai punti da 1 a 5 possiamo descrivere la terapia di supporto per ciascuno dei punti presi in esame.

1) Terapia di supporto alle aplasie

Essa comprende tre diversi aspetti:

  1. supporto all’anemia. Si basa su due presidi:
    • le trasfusioni di globuli rossi (GR). Esse sono decise quando l’emoglobina che normalmente ? circa 12 scende sotto 7 ed hanno lo scopo di migliorare l’ossigenazione dei tessuti, incluso cuore e cervello, e quindi le performances generali del bambino;
    • l’uso di sostanze che favoriscono la produzione di GR da parte del midollo, in particolare l’eritropoietina (quella che alcuni sportivi usano per doparsi). L’azione dell’eritropoietina ? lenta, perci? di solito, si preferiscono le trasfusioni.
  2. supporto alla piastrinopenia. Si basa sulla trasfusione di piastrine quando esse, che normalmente sono almeno 200.000, scendono sotto le 20.000 o quando compaiono segni emorragici. Possono essere trasfuse due tipi di piastrine:
    • piastrine “random” cio? piastrine derivanti da una singola donazione di sangue (quando si dona sangue esso viene diviso in 3 frazioni: GR, piastrine e plasma e ciascuna pu? essere trasfusa separatamente all’occorrenza ); di solito, per avere un buon risultato, occorre trasfondere da 3 a 6 random insieme.
    • piastrine “da aferesi”. Il donatore non dona sangue ma dona solo piastrine. Con questo sistema se ne raccolgono di pi?. Di solito una aferesi equivale a 5 random e quindi ? sufficiente una sola sacca. Purtroppo, per vari motivi, non ? facile raccogliere piastrine da aferesi e quindi, spesso, sono disponibili solo le random.
  3. supporto alla neutropenia. Si basa su due principi:
    • uso di sostanze che spingono il midollo a produrre neutrofili. Sono i cosiddetti “fattori di crescita” tipo Granocyte o Granulokine o altri. Essi funzionano lentamente ? sono utilizzati solo quando ci si aspetta un aplasia molto lunga;
    • uso di farmaci utili a combattere le infezioni causate dalla neutropenia. Tali sostanze sono gli antibiotici (ad. es. Rocefin, BBk8, Bactrim, Zimox, ecc. che combattono le infezioni da batteri), gli antimicotici (ad es. Mycostatin, Fungilin, Triasporin, Diflucan, Ambisome, ecc, che combattono le infezioni da funghi – a volte molto pericolose) e gli antivirali (ad es. Zovirax, Cimevene, ecc. che cercano di combattere le infezioni virali. Molto utili possono essere anche le Immunoglobuline).

2) Terapia di supporto ai danni intestinali

  • Antivomito. La chemio induce intensa nausea e vomito. Prima dell’introduzione di una efficace terapia era difficile convincere il bambino a farsi fare la chemio proprio perch? nausea e vomito erano intensissimi. Oggi esistono farmaci (ad es. Zofran) che prevengono e calmano in gran parte questi disturbi.
  • Gastroprotezione. La chemio, in particolare il cortisone, induce forte irritazione gastrica con gastriti ed anche ulcere che possono sanguinare. L’uso di gastroprotettori (ad es. Ranidil, Antra ecc.) proteggono lo stomaco dall’effetto nocivo della chemio permettendo la sua somministrazione senza questi problemi.
  • Gestione delle mucositi. L’uso di antisettici ed antidolorifici locali (soluzioni di vario tipo con cui sciacquarsi la bocca) prevengono ed attenuano le lesioni delle mucose della bocca. A volte tali lesioni si estendono a tutto l’intestino inducendo intensi dolori addominali e retrosternali. Occorre allora intervenire anche con la morfina.
  • Gestione della malnutrizione. Quando per il vomito, la gastrite o le mucositi il bambino non pu? alimentarsi normalmente lo si alimenta per vena (alimentazione parenterale totale) somministrando soluzioni che contengono zuccheri, aminoacidi, grassi, vitamine e minerali.

3) Terapia di supporto ai danni del cuoio capelluto

L’uso di cuffie ghiacciate durante la somministrazione di chemio sembrava poter diminuire la caduta dei capelli. Per un certo periodo abbiamo utilizzato questo sistema con il solo risultato di far soffrire i bambini (provate a tenere in testa una cuffia di ghiaccio per 1 o due ore!). Un sistema validissimo per non dare alla chemio la soddisfazione di far cadere i capelli ? tagliarli a zero prima che cadano del tutto (? sempre disponibile un barbiere!). Se non li si vogliono “perdere”, invece, basta raccoglierli con paletta e scopino man mano che cadono. Infine sempre valide le parrucche o le bandane alla Berlusconi. Da non sottovalutare il fatto che, come G. Menna e lo stesso Poggi possono confermare, senza capelli si vive benissimo!!. Perdonatemi la verve scherzosa…

4) Terapia di supporto ai danni del sistema coagulativo

II sistema coagulativo ? cosa molto complessa, ma si pu? rappresentare come un sistema di tiro alla fune dove al centro c’? la normalit?, da un lato molti fattori che tirano verso l’emorragia e dall’altro lato altrettanti fattori che tirano verso la trombosi (formazione di un coagulo dentro una vena). La chemio, attraverso vari meccanismi, pu? spostare l’equilibrio verso l’uno o l’altro lato. Ad es. la kidrolase, inducendo una diminuzione di uno dei fattori che tirano verso la trombosi – il fibrinogeno – pu? favorire l’emorragia. Attraverso lo screening coagulativo pi? o meno allargato ? possibile monitorare lo sbandamento della fune ed intervenire con farmaci (ad es. Konakion, Kibernin, Plasma congelato fresco, ecc.) per ricreare l’equilibrio e permettere la somministrazione della chemio.

5) Terapia di supporto ai danni del sistema urinario

La chemio ha come effetto principale e desiderato l’eliminazione rapida di un gran numero di cellule neoplastiche. Anche se desiderato, tale distruzione massiva comporta la liberazione nel sangue di grosse quantit? di scorie (ad es. acido urico – il responsabile della gotta!) che devono essere allontanate attraverso il rene. La terapia di supporto consiste in:

  • favorire tale eliminazione mettendo a disposizione del rene una gran quantit? di acqua (ad es. grandi quantit? di Idrolitina od enormi sacche di flebo – anche 4 litri al giorno – con conseguente produzione di gran quantit? di pip?);
  • usare farmaci che tendono a spezzettare le scorie in pezzi pi? piccoli pi? facilmente eliminabili (ad es. Ziloric, Fasturtec, ecc).

Uno dei pi? importanti farmaci chemioterapici, l’Endoxan, determina un danno specifico alla vescica provocando terribili cistiti emorragiche. Tale effetto dannoso viene evitato somministrando contemporaneamente all’Endoxan un antitodo, l’Uromitexan che non agisce nel sangue ma solo nell’urina. Senza il supporto di tale antidoto non sarebbe possibile utilizzare l’Endoxan.
Questi descritti sono solo alcuni degli aspetti della “terapia di supporto” al trattamento chemioterapico delle neoplasie infantili. Per necessit? ho dovuto limitare la lunghezza del testo ma ? possibile che nei prossimi numeri si possano approfondire altri aspetti che in modo pi? ampio rientrano nel concetto di “procedure che permettono la corretta esecuzione della migliore chemioterapia” quali, ad es. il Catetere Venoso Centrale, la nutrizione, il supporto psicologico, il supporto alberghiero ed altri.